Omelia a conclusione del Giubileo

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi fedeli provenienti dalle numerose Parrocchie della nostra Zona, carissimi laici impegnati nei vari ambiti pastorali, nelle diverse associazioni, nei movimenti e nelle confraternite, carissime consacrate, carissimi diaconi e confratelli concelebranti, con i decani dei nove decanati e i responsabili delle dieci chiese penitenziali della nostra Zona pastorale, carissimi Padri Oblati, carissimi cantori dei numerosi cori di Rho che avete desiderato compiere il cammino giubilare questa sera per accompagnare questa liturgia; e carissimo Mons. Renato Corti, eletto da Papa Francesco Cardinale della Chiesa, che sei spiritualmente unito in preghiera con tutti noi!

Siamo da poco passati, per l’ultima volta, attraverso la Porta Santa e siamo stati abbracciati, ancora questa sera, dalla Misericordia del Padre, accolti in questo Santuario che ha visto entrare migliaia di pellegrini durante questo straordinario Giubileo.

Ai piedi di Maria, la Madonna Addolorata, vogliamo questa sera lasciar cantare i nostri cuori, facendo nostre le sue parole di gioia nel Magnificat, espresse proprio all’inizio del suo tempo di Attesa, dopo essere stata raggiunta dall’Angelo ed aver accolto in lei la presenza del Figlio di Dio.

Per provvidenziale coincidenza anche noi, oggi qui, raggiunti dalla grazia della misericordia, siamo all’inizio del tempo dell’Attesa del Signore, in questa liturgia vigiliare vespertina d’inizio Avvento.

Un anno è trascorso dal giorno in cui Papa Francesco, nell’Udienza generale, dopo l’apertura della Porta Santa, ci ha indicato il perché di questa grazia che ci ha offerto. (Mercoledì 9 XII 2015)

Perciò mi pare molto bello per tutti noi, ora, contemplare l’intreccio tra le parole del Magnificat suggerite dallo Spirito Santo a Maria, con la Parola di Dio che ci è offerta oggi dalla liturgia della Messa di inizio Avvento, e con le parole che Papa Francesco ci ha donato nel dare avvio all’anno della Misericordia.

LA PRESENZA DI GESU’

  • L’anima mia magnifica il Signore

e il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore

perché ha guardato l’umiltà della Sua serva.                          

 

-Vangelo: “gli si avvicinarono in disparte” qui c’è la gioia dell’intimità con Gesù, per condividere i suoi pensieri e in ascolto della sua sapienza: “Sorgeranno molti falsi profeti, e per il dilagare dell’iniquità si raffredderà l’amore di molti; ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”.

Anche noi siamo qui, radunati intorno a Lui che ci accoglie, ci parla e ci chiama, come discepoli, a nutrirci dal Suo pane e del Suo spirito, per affrontare insieme con lui le sfide del mondo.

 

-Papa Francesco: “La Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario. Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa è chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo è un tempo favorevole per tutti noi, perché contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurità del peccato, possiamo diventare testimoni più convinti ed efficaci.

Volgere lo sguardo a Dio, Padre misericordioso, e ai fratelli bisognosi di misericordia, significa puntare l’attenzione sul contenuto essenziale del Vangelo: Gesù, la Misericordia fatta carne, che rende visibile ai nostri occhi il grande mistero dell’Amore trinitario di Dio. Celebrare un Giubileo della Misericordia equivale a mettere di nuovo al centro della nostra vita personale e delle nostre comunità lo specifico della fede cristiana, cioè Gesù Cristo, il Dio misericordioso.

Un Anno Santo, dunque, per vivere la misericordia. Sì, cari fratelli e sorelle, questo Anno Santo ci è offerto per sperimentare nella nostra vita il tocco dolce e soave del perdono di Dio, la sua presenza accanto a noi e la sua vicinanza soprattutto nei momenti di maggiore bisogno.”

LO SGUARDO DI GESU’

  • Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore.                    

 

-Vangelo: “Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’Uomo e si batteranno il petto tutte le tribù della terra e Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria”. Noi siamo guardati e amati dallo sguardo misericordioso di Gesù, sempre presente tra noi: davanti a Lui e al suo sguardo amorevole e misericordioso, siamo condotti a non lasciarci traviare e ingannare e siamo guidati a cammini di conversione, per una sequela gioiosa e sincera.

 

-Papa Francesco: “Questo Giubileo, insomma, è un momento privilegiato perché la Chiesa impari a scegliere unicamente “ciò che a Dio piace di più”. E che cosa è che “a Dio piace di più”? Perdonare i suoi figli, aver misericordia di loro, affinché anch’essi possano a loro volta perdonare i fratelli, risplendendo come fiaccole della misericordia di Dio nel mondo. Questo è quello che a Dio piace di più. La gioia di Dio è perdonare, l’essere di Dio è misericordia. Il Giubileo sarà un “tempo favorevole” per la Chiesa se impareremo a scegliere “ciò che a Dio piace di più”, senza cedere alla tentazione di pensare che ci sia qualcos’altro che è più importante o prioritario. Niente è più importante di scegliere la sua misericordia, il suo amore, la sua tenerezza, il suo abbraccio! Risplende soltanto una Chiesa misericordiosa! Se dovessimo dimenticare che la misericordia è “quello che a Dio piace di più”, ogni nostro sforzo sarebbe vano, perché diventeremmo schiavi delle nostre istituzioni e delle nostre strutture, per quanto rinnovate possano essere. Ma saremmo sempre schiavi. Sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti: questo è l’obiettivo che la Chiesa si pone. Così rafforzeremo in noi la certezza che la misericordia può contribuire realmente all’edificazione di un mondo più umano. Specialmente in questi nostri tempi, in cui il perdono è un ospite raro negli ambiti della vita umana, il richiamo alla misericordia si fa più urgente, e questo in ogni luogo: nella società, nelle istituzioni, nel lavoro e anche in ogni famiglia.

 L’AMORE DI GESU’

  • Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.                                                

 

-Isaia: “Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di sotto: da me uscirà la legge, porrò il mio diritto come luce dei popoli. Si manifesterà la mia salvezza. La mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione”. La salvezza e la giustizia per noi e per il mondo, ora e per semprte, sono l’amore di Gesù.

 

-Francesco: “Certo, qualcuno potrebbe obiettare: “Ma, Padre, la Chiesa, in questo Anno, non dovrebbe fare qualcosa di più? È giusto contemplare la misericordia di Dio, ma ci sono molti bisogni urgenti!”. È vero, c’è molto da fare, e io per primo non mi stanco di ricordarlo. Però bisogna tenere conto che, alla radice dell’oblio della misericordia, c’è sempre l’amor proprio. Nel mondo, questo prende la forma della ricerca esclusiva dei propri interessi, di piaceri e onori uniti al voler accumulare ricchezze, mentre nella vita dei cristiani si traveste spesso di ipocrisia e di mondanità. Tutte queste cose sono contrarie alla misericordia. I moti dell’amor proprio, che rendono straniera la misericordia nel mondo, sono talmente tanti e numerosi che spesso non siamo più neppure in grado di riconoscerli come limiti e come peccato. Ecco perché è necessario riconoscere di essere peccatori, per rafforzare in noi la certezza della misericordia divina. “Signore, io sono un peccatore; Signore, io sono una peccatrice: vieni con la tua misericordia!”. Questa è una preghiera bellissima. È una preghiera facile da dire tutti i giorni.

Conclusione

Nella nostra vita di uomini e di donne di oggi e di tutti i tempi ci sono porte che attraversiamo tutti i giorni. Porte che ci fanno entrare nella cronaca degli avvenimenti: tutto passa. Porte che possono farci entrare nella storia: anche i grandi imperi crollano. E sempre c’è la Porta, che è Gesù, che ci fa entrare nel Suo Regno: ch rimane in eterno. Si chiude simbolicamente la Porta Santa di questo anno giubilare, ma Gesù misericordioso riamane sempre con noi: in Lui siamo, Lui seguiamo e Lui ci attende.

Mons. Gianpaolo Citterio, vicario per la zona 4 della diocesi di Milano