Eccoci ci siamo

I discepoli non sfuggono nemmeno loro al desiderio di esserci, di mostrarsi, di farsi vedere, di raccogliere il frutto della popolarità appena conquistata.

Ci sono anche io.

In questo periodo Gesù, il Maestro, il predicatore di folle è quasi all’apogeo della sua vita pubblica, quando si sa che arriva il Maestro di Nazareth le persone si radunano e sono sempre di più, ormai si contano a migliaia e tra loro comincia a serpeggiare la volontà di eleggerlo re, di farne una persona importante, di portarlo a Gerusalemme per guidare con il suo carisma ed i suoi ” superpoteri ” la liberazione del popolo di Israele dal dominio di Roma. Queste voci non possono non giungere ai suoi discepoli, a coloro che ormai da anni condividono il suo percorso e proprio per questo ne saranno gli eredi naturali e anche fra di loro si inizia a costruire una gerarchia, una scala di potere. Nemmeno loro sfuggono all’umanissima voglia di esserci, di farsi vedere, di mettersi in mostra di fianco al leader di turno.

2017.

Quanti discepoli del successo ci sono anche oggi. Quante persone che sgomitano, si danno di spalle per essere nella scia del potente di turno. Quante vite spese a cercare di rubare un piccolo fascio della luce diretta alla star per poter dire ” Ehi io ci sono, sono qui, appena più a sinistra dell’inquadratura….” quante e quanta povertà in questi esseri che non avendo arte ne parte vorrebbero rubarla e godere di questo. Quante persone nel mio lavoro, nella mia vita, nella mia esperienza si battono non per capire ma per apparire, non per essere ma per diventare e iniziano a spartire le parti ancora prima di averle solo per essere sicuri di esserci. Quanta fragilità nell’uomo di ogni tempo che cerca nella illusoria considerazione esterna quello che non può essere internamente. Quanta disperazione per provare a rubare quell’attimo di gloria effimera che accontenta una vita da servo ma servo sbagliato.

Gesù.

Gesù capisce ciò che i discepoli non capiscono è stupendamente reagisce. Non li insulta, non alza la voce, non li apostrofa con parole cattive, anzi. Anzi cambia tutto. Sposta il baricentro dell’osservazione da Lui ad un bambino e dall’apparire all’accogliere. Usa addirittura un altro verbo, un altra immagine….vuoi esserci ok allora cambia tutto non preoccuparti di dove sei o con chi sei ma al contrario preoccupati di esserci per chi ha bisogno, per chi ha fame, per chi non ha terra, per chi è malato, ferito, depresso, per chi non è più libero nell’anima e nel corpo, preoccupati di lui accoglilo, consolalo, vestilo, sfamalo, curalo, visitalo come faresti con un bambino. Ecco allora che ci sei, ecco allora che il Maestro non solo ti vede ma addirittura è lì con te perché come dice lui ” chi accoglie uno solo di questi piccoli accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato “. 

Claudio