Nel brano di Giovanni, ricco di spunti vi sono due riflessioni che mi piacerebbe sottolineare e sono il movimento della folla, o meglio il perché del movimento e la tensione che si crea tra la folla stessa e Gesù. Quella stessa folla che lo cerca per incoronarlo re e che poi si trova di fronte un bestemmiatore eretico.
Folla.
Non si parla qui di poche persone affascinate dalla figura mediatica del Maestro, si parla di folle, di migliaia di persone che lo cercano che poi sono le stesse che sono state sfamate il giorno prima. Ecco quindi il motivo della ricerca. La folla si sposta per mangiare, per avere qualcosa che soddisfi un loro bisogno. Proprio qui il centro. Ci muoviamo se abbiamo un bisogno. Se affamati andiamo in cucina o al ristorante, se affaticati andiamo a letto, se ammalati andiamo dal medico…e così via. La folla non fa altro che andare verso la soddisfazione al minimo costo di un bisogno primario. Mangiare. Minimo costo perché Gesù non ha presentato il conto alla fine, anzi ha distribuito anche gli avanzi; si è vero bisogna ascoltarlo il Maestro, prima parla poi si mangia….ma va bene così siamo abituati a sentire parlare quindi eleggiamolo Gesù a re, noi lo ascolteremo lui ci darà il cibo. Bisogno soddisfatto.
Eretico bestemmiatore.
Non così Gesù. Non la soddisfazione di un bisogno ma il provare a realizzare un desiderio. Il desiderio del Padre che si attua attraverso la figura del Maestro che mostra che c’è una nuova possibilità, quella di provare a vivere tutti insieme, aiutandoci insieme, condividendo insieme il poco perché diventi molto. Ma questo è possibile solo attraverso Gesù e non per mezzo di Gesù. Il Maestro prova a spiegare il suo desiderio ma questo viene confuso dall’uomo come soddisfazione del suo bisogno e si sa l’uomo in quanto animale pensante ha sempre ragione. Da qui la tensione fra Gesù e la folla, qui la frustrazione della folla che lentamente si trasformerà prima in rabbia e poi in ferocia omicida. Quando la folla capisce che quel gesto gratuito di sfamarli non sarà ripetuto e che il profeta nazareno incomincia a parlare di se stesso come pane disceso dal cielo come la manna, allora riconosce che il proprio bisogno non sarà più soddisfatto e di conseguenza non avrà più bisogno di Gesù. Anzi a ben vedere quell’uomo sta andando giù un po’ tropo pesante, sta esagerando si sta proclamando figlio di Dio e se andrà avanti così bisognerà fermarlo.
Bisogno e desiderio.
Noi oggi dopo 2000 anni di cristianesimo da che parte stiamo ? A me piace pensare di essere un po’ in una situazione di mediazione come alla ricerca di un bisognoso desiderio. Come ogni buon cercatore provo nella fatica della quotidianità a barcamenarmi fra bisogno e desiderio cercando con fatica e spesso insuccesso di mantenere il riferimento in Gesù cosa accadrà poi non è dato sapere ma so per certo che il desiderio del Maestro può incontrare il mio bisogno di cercatore.
Claudio