Strana la liturgia ambrosiana che propone in questa quarta domenica di avvento un brano tipicamente Pasquale quale l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ma si sa gli ambrosiani sono un po’ bauscia. Detto questo che ci azzecca l’ingresso a Gerusalemme con la sempre più vicina nascita del messia?
Ingresso.
Gesù che entra a cavallo di un asino mi ricorda un altro ingresso, in un altra città, Betlemme, di una famiglia composta da una donna gravida e un uomo suo sposo che l’iconografia interpreta sempre o quasi con Maria seduta su un asino. Volendo ben vedere allora per Gesù questo sarebbe il secondo ingresso in una città a cavallo di un asino. Chissà se lo ha fatto di proposito? Quello che ha fatto di proposito però è stato scegliere di entrare di nuovo in una città e di farlo in maniera estremamente visibile ed estremamente provocatorio. La prima volta, nella pancia della mamma non è andata benissimo e Lui è nato in una grotta. La seconda non andrà certamente meglio: grandi feste e poi 5 giorni dopo ucciso su una croce.
Riflessione.
Già sembra proprio che le città non siano disposte ad accettare il Maestro ne da piccolo ne da grande, anzi nella migliore delle ipotesi lo cacciano nella peggiore lo eliminano. E noi ? Le nostre città ? C’è ancora posto o meglio vi è mai stato posto per Gesù oppure vi è posto solo per quella parte commerciale e consumistica che ci solletica l’emotività senza però scalfirla? Siamo disposti, cercatori, ad accogliere questo re a cavallo di un asino che fa della mansuetudine e della mitezza le sua armi o siamo disposti ad accettare solo i colori, gli odori, le luminarie che questo periodo porta con se ? Siamo anche noi come quelle persone che accolgono Gesù in Gerusalemme con un tripudio di olivi e di feste e poi lo mollano quando il gioco si fa serio, quando quel bambino nato in periferia ci porterà a confrontarci con il centro della nostra vita, con il nostro cuore….
Claudio