Parole forti quasi urlate. In questa Domenica Gesù alza il tono. Se già è abituato a stupire adesso sembra quasi esagerare perché non solo stupisce ma addirittura sorprende.
Stupore.
Che l’incontro con il Maestro sia sempre pieno di stupore ci sta e umanamente lo capiamo benissimo. Gesù non può e non lascia indifferenti dopo averlo incontrato; un tipo così o lo si odia o lo si ama, vie di mezzo difficili. L’indifferenza non fa parte del post incontro. L’indifferenza è una situazione in cui ci culliamo per mantenerci politicamente corretti – proprio come non piace e non riesce a Gesù – in cui ci crogioliamo ammantandoci di grande umanità e magnanimità nei confronti dei pensieri degli altri ma che in realtà nasconde la paura di incontrare Gesù.
Sorpresa.
L’incontro infatti lascia sempre ed inevitabilmente delle tracce siamo queste positive o negative che portano poi ciascuno, nel rispetto della propria libertà, a scegliere. Mi piace oppure è totalmente fuori da lasciar perdere. Gesù stesso ci mette il carico perché nell’incontrarlo non dipinge, per i suoi cercatori, un quadro idilliaco di successi e fama ma al contrario si cala profondamente e radicalmente nella natura umana. Sa bene, il Maestro, che l’uomo non riuscirà a sopportare che Gesù diventi il centro della sua vita. Sa bene il Maestro che l’uomo ammette solo se stesso al centro della vita, se stesso con le proprie relazioni ed i propri valori che per quanto buone e giusti contemplano solo l’uomo. Eccolo quindi annunciare fra stupore e sorpresa che Lui non è venuto a portare la pace ma la spada. La spada che serve a tagliare questo legame autoreferenziale che pone l’uomo è la sua legge al centro del mondo. La spada che deve per tagliare quelli che un grande santo maestro di esercizi spirituali, Ignazio di Loyola, definisce fili d’oro (affetti disordinati) che altro non fanno che legare l’uomo a se stesso.
Allora amici cercatori siamo pronti o no ad impugnare la spada portata da Gesù che ci liberi dal nostro stesso autocentrismo?
La risposta non può che dipendere da noi e dalla nostra storia, dalla voglia di incontrare o meno questo mezzo matto profeta Galileo che non ci chiede altro che di lasciarci amare da Lui.
Claudio