Brutta bestia l’invidia, brutta e presente da sempre nella storia dell’uomo. Nessuno si senta esente da questa emozione perché nessuno lo è.
Nascondimento.
È un emozione subdola l’invidia perché ti prende dentro, ti fa rosicare, ti corrode , ti consuma lentamente e non paga cerca di nascondersi nelle pieghe del tuo carattere, del tuo comportamento fino a cercare di non essere evidentemente, fino a farti fare delle figuracce. Come i discepoli del Battista che molto diplomaticamente affermano che Gesù dall’altro lato del fiume fa il loro stesso “lavoro”. Infatti Gesù è lì da circa 10 mesi si sta preparando ad affrontare l’anno più impegnativo che lo porterà poi verso due soluzioni: uno se tutto va bene gli uomini capiranno il Suo messaggio e finalmente vivremo in un mondo decisamente migliore; due se tutto va male gli uomini non capiranno il Suo messaggio e non ci sarà una fine indolore. La presenza di Gesù se prima è gradevole più tardi diventa sopportabile e alla fine pesante a tal punto che i discepoli di Giovanni si lamentano di Lui e del suo “nuovo” modo di vivere. Vive fuori dalle regole, le supera, le ignora, niente purificazione rituale ne tanto meno digiuni preparatori e questo a loro non sta bene. Ecco l’invidia che lentamente entra in loro; perché noi si è lui no? Perché noi obbediamo alle regole e lui le supera? Noi siamo quelli della tradizione, del patto di Mosè, noi siamo quelli arrivati dall’Egitto.
Rivelazione.
Di fronte a quest’atteggiamento Giovanni è grandioso. Ricorda ai suoi che non è lui l’atteso ma Gesù. Ricorda ai suoi che già lo aveva detto che lui ,Giovanni, non è degno di sciogliere i lacci dei calzari di Gesù, che non è lui lo sposo ma solo l’amico. Giovanni non è invidioso di Gesù anzi. L’invidia non è presente in lui perché sa perfettamente che il suo tempo è finito, il suo lavoro svolto. Giovanni accetta con serenità e forse un po’ di preoccupazione la fine della sua missione e l’inizio di quella del cugino. E noi? Possiamo, amici cercatori, dire la stessa cosa ? Noi lasciamo che il nostro tempo scorra si evolva, si trasformi o siamo alla costante e perenne ricerca della nostra eterna autoaffermazione? Siamo forse un po’ invidiosi dei giorni che trascorrono, degli anni che passano, dei lavori che cambiano, dei figli che crescono, degli amici che hanno successo….
Vorrei allora amici in questa ultima settimana di preparazione al Natale abbandonare quel fondo di invidia per accogliere nel modo più limpido questo immenso dono di un Dio che si fa uomo.
Claudio