Sono in treno verso Roma. Cullato e a tratti sbattuto sul sedile, molto avvolgente in verità e anche comodo, e ripenso al brano del Vangelo. Ripenso alla comodità con cui mi sto spostando e alla facilità con cui le distanze vengono accorciate dalla tecnologia. E ripenso a quel cieco, al percorso che ha fatto per andare a lavarsi per togliersi quel fango impiastrato sugli occhi. Penso alla strada fatta al buio, strada nota, ricca di riferimenti a noi vedenti sconosciuti ma per lui chiari come pietre Migliari. Vedo scorrere dal finestrino il paesaggio della pianura padana che si sta risvegliando, ne vedo i colori che dal bruno passano al verde e ritorno al cieco. Questa, volta mentre ritorna dalla piscina, e penso chissà che shock per lui…i colori non definiti ne definibili, la luce, i rumori noti che improvvisamente diventano figure non note nella mente di un uomo che non ha mai visto. Case, vicoli, folla, visioni oltre che rumore e odore e continuo a pensare…che casino ha fatto il Maestro?
Casino.
Si Gesù ne ha combinata un altra. Ha creato scompiglio in un uomo, in un villaggio, ha destabilizzato la vita del cieco e non solo. Ha destabilizzato la vita di chi lo conosce, la quotidianità di persone abituate alla confortante routine della vita vissuta nell’assistenzialismo e nella comodità di assodate certezze. In più il Nazareno ci ha messo il carico. Tutto questo fatto di Sabato! Basta Gesù adesso stai esagerando. Basta casino.
Esagerazione.
Si Gesù ha esagerato ma non lo ha fatto per mania di grandezza, di protagonismo, per egocentrismo. Lo ha fatto perché è naturale per Lui, per il Padre eccedere. È condizione costituente di Dio donare senza misura senza guardare al casino che crea intorno perché a Lui quello che interessa è semplicemente il bene dell’uomo. Proprio il bene e se questo in noi crea casino allora…attenti a cosa chiediamo.
Claudio