1 marzo 2020
I DOMENICA DI QUARESIMA
Matteo 4, 1-11
Riflessione a cura di don Erminio Villa
1. PROFITTO: “Fa’ che le pietre diventino pane”.
Tutto è economia: quindi converti anche i sogni in assegni. Niente fiori, solo denaro. Niente poesia, solo ricchezza. Niente musica, solo profitto. È la teologia della produzione, mascherata, magari, dall’ipocrisia di voler saziare la fame dei popoli. Il pane esprime bene la tentazione dei beni materiali, pur non necessari.
“Non di solo pane vive l’uomo” vuol dire solo che non è sufficiente per appagare tutti i desideri umani. Infatti Gesù ebbe pietà delle folle e moltiplicò i pani, ma l’uomo ha bisogno anche della Parola di Dio: una Parola d’amore che vuole valori, fedeltà, servizio al prossimo… Vuole altro, già in questa vita! Tra la proposta e la risposta, c’è di mezzo la libertà e la sua scelta.
2. PRODIGIO: “Gettati dall’alto: lui ti salverà”.
La religione viene distorta a scopi d’interesse. Un Dio utile, di cui ci si serve, funzionale ai miei progetti, che legittimi le mie follie. Come è comodo un Dio che ratifichi il mio disimpegno e mi sostituisca nelle scelte decisive! Siamo al delirio di onnipotenza; la tentazione della magia sul pinnacolo del tempio; la religione sbagliata, che crede di poter disporre di Dio.
Gesù chiamò ‘razza adultera’ quella di coloro che chiedevano miracoli. Non vi sarà dato altro miracolo di quello della Resurrezione.
3. POTERE: “Ti darò in mano tutti i regni del mondo”.
Si può crescere salendo sulle spalle dell’altro; schienare il prossimo perché dipenda da me; togliergli l’aria, perché deve prenderla dalle mie bombole; negargli la dignità perché sia io a conferirgliela col contagocce.
La vera alternativa è qui: o diamo il primato all’amore, e il potere diminuisce; o diamo il primato al potere e l’amore va a farsi benedire. Questa adorazione del principe del potere è il vero peccato umano. “Sarete come Dio!”. È il dominio sull’uomo.
Tutte le tentazioni si riducono a questo triplice modulo. Come uscirne? L’alternativa e la prassi di Gesù:
1. PAROLA: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Tra il pane che entra nella bocca dell’uomo e la Parola che esce dalla bocca di Dio, la seconda è più importante: il pane ti fa camminare, ma è la Parola che orienta i tuoi passi. Il pane, quindi, non è tutto. Anzi, non è nulla se non si sa per quale scopo bisogna mangiarlo.
Invece la Parola ci dice che noi dobbiamo mangiare per aiutare il prossimo a trovare il suo pane e, con esso, il gusto di vivere. Non abbuffarti da solo. Fai scendere gli altri al banchetto della vita. Ma con te. Forse la gente ha più bisogno di una tovaglia di convivialità che del pane che ci sta sopra.
2. PROGETTO: “Non tentare il Signore Dio tuo”.
Cioè: non rinunciare a progetti storici precisi, in cui si chieda impegno, fatica, intelligenza. Vuoi la pace? Non invocarla solamente, disegna possibilità concrete di attuazione. Vuoi impegnarti? Decidi di farlo, non attendere e mentre lo fai non coprirti di rugiadose emozioni: la carità è giustizia.
Non usare Dio, mai, neppure per scopo di beneficienza. Non pretendere miracoli da Lui, laddove l’unico miracolo da chiedere è che tu esca dalla tua cappa di vetro in cui rischi di imprigionarti, forse anche in nome della fede.
3. PROTESTA: “Vattene, satana. Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto”.
Quanti sono gli aspiranti al ruolo di Dio? Bisogna smascherarli senza paura. Per questo occorre opporsi ai vitelli d’oro della produzione e dei mercanti di morte; opporsi ai despoti che impongono genuflessioni alla povera gente.
Prega Dio che ti preservi dal peccato di idolatria e pèntiti ogni volta che ti accorgi che una sfilza di signorotti intermedi hanno sostituito nel tuo cuore l’unico Signore che meriti di essere adorato.