CALENDARIO DEGLI EVENTI per l’anno pastorale 2024-2025
- 5 ottobre 2024
- 16 novembre 2024
- 14 dicembre 2024
- 11 gennaio 2025
- 1 febbraio 2025
- 1 marzo 2025
- 5 aprile 2025
- 10 maggio 2025
In queste date sarà possibile visitare il santuario, seguendo l’itinerario storico-artistico e spirituale previsto. Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 saranno impegnate le scuole, per tutti gli altri l’itinerario è previsto in orario pomeridiano, dalle 15.00 alle 17.00.
Da settembre, secondo il desiderio dei Padri Oblati Missionari, il Santuario della Beata Vergine Addolorata vedrà annunciato, in un modo tutto nuovo, la sua bellezza e unicità.
Il santuario entrerà a far parte del progetto “Le vie della Bellezza”, itinerario storico-artistico e spirituale istituito nel 2021 dalla Diocesi di Milano e dalla Pastorale Giovanile, oggi alla sua seconda edizione.
Gli “Annunci di Bellezza” promossi dalla diocesi non sono delle semplici visite guidate. I volontari, giovani provenienti da varie zone del territorio lombardo, vengono destinati a una o due chiese, nelle quali offrono gli Annunci a tutti coloro che ne fanno richiesta o che, entrando, desiderano conoscere di più il luogo in cui si sono avventurati. Oggi, il progetto consta di circa venticinque volontari, suddivisi nelle oltre dieci chiese richiedenti la loro presenza, e altre sono in fase di progettazione. Le “guide” portano i visitatori a conoscere la chiesa, la sua arte e la sua storia, con uno stile “fresco” e non accademico. L’obiettivo, però, è mostrare tanto il lato artistico, quanto la profondità spirituale del luogo in cui si trovano. Arte e fede hanno convissuto e convivono tutt’ora nella storia da secoli: oggi vogliamo proseguire nel racconto di questo fortunato connubio anche a Rho.
Il Santuario ha una storia lunga, complessa, ricca di sfumature e di avvenimenti, che oggi non vogliono più essere circoscritti alle mura della basilica ma essere raccontati a tutti i curiosi che desiderano approfondire questa storia pluricentenaria.
Tutto parte con il Miracolo della Lacrimazione, il 23 aprile 1583: due abitanti rhodensi, camminando lungo la strada vicina all’antico tracciato del corso Sempione, videro l’effige della Madonna, affrescata in un “gesiolo” campestre, iniziare a lacrimare sangue. Subito l’evento destò grande scalpore e risonanza, tanto da destare l’attenzione dell’allora arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo.
Il momento era alquanto delicato a livello storico per il mondo ecclesiastico, in quanto era appena terminato il Concilio di Trento e tutta la cattolicità era in fermento per la lotta contro i Protestanti, i quali erano contro la venerazione della Vergine. Dopo l’istituzione di un’attenta commissione, San Carlo approvò l’effettivo miracolo e dopo alcuni mesi, nel marzo del 1584, decretò la fondazione di un luogo di venerazione. Sarà l’ultima grande costruzione di uno dei più grandi arcivescovi della diocesi di Milano.
Da questo momento la vita del santuario procedette con alti e bassi, a causa dei numerosi eventi storici e della longevità del luogo.
Il governo spagnolo favorì a lungo la costruzione della chiesa, sostenendo i Padri Oblati, lì destinati dal Borromeo fin dalla posa della prima pietra. Questi ultimi, in seguito alla riforma del venerabile padre Giorgio Maria Martinelli, vennero ricostituiti negli attuali Padri Oblati Missionari, con una più attenta vocazione alla missionarietà locale e diocesana.
L’occupazione austriaca, alternata al ventennio napoleonico, portarono invece il santuario e i suoi abitanti in una situazione di grave difficoltà, a causa dei ritardi nei lavori e alle difficoltà economiche. Tutto venne superato grazie al costante sostegno dei cittadini rhodensi, tra i quali si ricordano in particolare le benefattrici Maria Lelia Talenti e sua figlia, Maria Salvagina Doria, e l’arcidiocesi milanese, il cui legame con il santuario non ha mai smesso di essere saldo e reciproco.
La storia giunge fino alle soglie del XX secolo, quando, dopo aspre difficoltà, la chiesa venne finalmente conclusa, insieme al Collegio del Padri, nonché elevata a Basilica romana minore nel 1923 da papa Pio XI.
440 anni ci separano dall’evento miracoloso della Lacrimazione e, con il passare del tempo, la Basilica si è trasformata in un “doppio scrigno”. Il primo è l’edificio stesso, che ha inglobato sotto l’abside maggiore l’antico gesiolo del miracolo, dopo il trasferimento dell’icona mariana nel 1589.
Il Santuario si è inoltre arricchito di vere opere d’arte e tesori, frutto della committenza dei padri Oblati Missionari, dei nobili cittadini rhodensi, dei vescovi e degli arcivescovi diocesani. All’interno possiamo ammirare opere del Morazzone e del Procaccini, due dei più grandi pittori del periodo barocco lombardo. Sull’altare, pregiati organi del XVIII secolo si affiancano alle moderne sculture di Floriano Bodini, le cui opere si trovano anche in Vaticano. La navata e il transetto sono decorati con affreschi degli ottocenteschi Giuseppe Carsana e Luigi Morgari, artisti specializzati nella realizzazione di soggetti sacri. Questi sono solo alcuni nomi e dettagli che si possono ammirare nella basilica. Ogni cappella, ogni angolo e ogni stanza, sia della chiesa sia del collegio, ospita pitture, sculture, stucchi e affreschi che aspettano solo di essere riscoperti e conosciuti.
Il progetto, che ha già visto effettuare le prime visite guidate, prevede la partecipazione di un gruppo di volontari eterogeneo per età, provenienza e formazione ma con nel cuore la volontà di approfondire la conoscenza di questo incredibile luogo. Il desiderio dei Padri è la valorizzazione del santuario attraverso uno stile divulgativo che trascenda la mera “distribuzione di informazioni” al pubblico ma che dia risalto anche alla spiritualità e alla devozione intrinsecamente legate a questo luogo.
Dostoevskij affermava che “La bellezza salverà il mondo”. Sebbene questa frase possa essere magari considerata esautorata, a causa del suo eccessivo utilizzo, rimane invece costantemente vera. La Bellezza ci circonda e ci parla in molti modi differenti, alcuni vistosi, altri più celati e difficili da trovare. Il grande obiettivo degli “Annunci di Bellezza”, sia nel progetto diocesano sia nel nuovo progetto rhodense, è mostrare come alcuni luoghi, sempre sotto il nostro sguardo e parti integranti della nostra vita, possano nascondere dettagli che non abbiamo mai preso in considerazione. Non è solo arte, è guardare il mondo con occhi diversi, riconoscendo sempre di più la meraviglia intorno a noi.
Lorenzo Farè