18 febbraio 2024
I DOMENICA DI QUARESIMA (B)
Matteo 4,1-11
Riflessione a cura di don Erminio Villa.
1. Memoria della prima Pasqua
La Quaresima fu ‘inventata’ nella memoria dei quaranta giorni di Gesù, come dei quarant’anni del popolo di Israele nel deserto. In ebraico deserto si dice Midbar (il luogo della Parola), spazio di essenzialità per ascoltare la Parola di Dio (ebr. Dabar), al fine di comprendere meglio se stessi, mettere in ordine la propria vita, secondo quella Parola che unicamente vuole la nostra felicità.
Emblematico quanto Dio dice al popolo nel libro del Deuteronomio: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore” (8, 2).
2. È possibile vincere le tentazioni
Lo Spirito spinge Gesù nel deserto per sfidare il tentatore e uscirne vittorioso. Le tre tentazioni sono quelle dei messianismi terreni fasulli di ogni tempo, che Gesù, il vero Messia respingerà con il suo modo di essere.
Il digiuno di Gesù è ininterrotto e richiama i digiuni di Mosè ed Elia. Ciò rende Gesù esausto e mette in evidenza la potenza dello Spirito che si comunica a Gesù e lo rende vittorioso. Esso esprime che la sua forza risiede solo in Dio e non in forze umane.
Il tentatore è l’avversario, colui che vuole sviare Gesù dalla sua missione. Egli riconosce che Gesù è il Figlio di Dio e lo vuole indurre a fare qualcosa a suo beneficio. Gesù non lo farà perché è il servitore totale di Dio e dell’uomo: obbedirà solo al Padre.
Le tre tentazioni.
Il pane fisico indica un ateismo pratico ci si affida al pane, ma questo non salva dalla morte, dalla indegnità morale. Solo la parola di Dio può farlo.
La città santa restaurata è il segno di un messianismo di potere che contraddice il piano di Dio e fa diventare l’uomo nemico dell’uomo.
La terza tentazione vuole spingere Gesù ad avere un potere universale. Al contrario, Gesù proporrà un servizio universale e il dono di Dio a tutte le genti.
3. Preparazione prossima alla Pasqua
La Quaresima si configura dunque come un tempo propizio, una palestra di vita dove allenare la propria volontà alla luce della fede, per una vita rigogliosa e buona. Ovviamente non tutto fila così liscio: le tentazioni al disordine sono in agguato.
La seduzione dei beni materiali, il desiderio di piegare l’altro al mio volere e la ricerca di gratificazione in ogni cosa, emergono con i loro tentacoli.
Obbedienza alla Parola, frenare le pulsioni del soddisfacimento ad ogni costo, solidarietà e condivisone con gli altri, sono dei buoni antidoti, non solo per perseverare nella fede, ma per armonizzare la propria esistenza.
Quello che fa Gesù deve diventare anche il nostro progetto. Insieme a Gesù, anche noi possiamo vincere le tentazioni che ci sviano dal progetto di Dio. Con lui, vivendo a sua immagine, la nostra umanità raggiungerà la sua pienezza.
La Quaresima non è fine a sé stessa, ma è ‘salita’ verso la Pasqua, cuore del cristianesimo, memoria di resurrezione e vita in Cristo, così necessaria in un momento dove la morte ha ancora una volta, con prepotenza e decisione, ricordato il limite della vita umana.
Le occasioni che la comunità cristiana offrono, per questo cammino, è bene non vadano perdute.
— don Erminio