29 maggio 2022
ASCENSIONE (C)
Luca 24,36-53
1. L’annuncio dell’amore che salva
Nel finale del vangelo di Luca Gesù affidò l’incarico ai suoi di annunziare a tutti i popoli di convertirsi alla sua Parola e ricevere il perdono dei peccati. Luca pone enfasi nel suo Vangelo alla proclamazione che la salvezza è a disposizione di tutti: è universale.
Sono i testimoni oculari della sua vita-morte-risurrezione, mandati (ecco perché ‘apostoli’) a proclamare che nel nome di Gesù Cristo c’è speranza, salvezza, verità, vita.
Anche noi, abbiamo creduto per fede a quell’annuncio e per questo sentiamo la vocazione di Gesù, e quindi la responsabilità, anche nostra, di essere testimoni di tutto ciò.
Il fondamento della nostra unità viene da lontano, nella persona e nell’opera di Cristo, Salvatore. In quel “voi” c’è la comunità ecclesiale, senza divisioni, senza rivalità, in cui tutti i cristiani credenti attingono alla stessa unica Sorgente della vita.
2. Protagonisti della missione
“Voi siete testimoni”: è l’identità dei discepoli! Anche se impauriti, dubbiosi, angosciati, perplessi, dinanzi alla realtà del Cristo risorto, che essi hanno visto e toccato, la loro posizione cambia.
Spettatori di un evento straordinario, diventano protagonisti di un’attività missionaria altrettanto straordinaria che è l’inizio dello sviluppo del cristianesimo.
Anche noi, oggi, siamo chiamati ad essere dei testimoni. Anche se pieni di preoccupazioni per la nostra vita, sempre più difficile e complicata per i tanti problemi che dobbiamo affrontare, anche se insoddisfatti, delusi, incerti, talvolta depressi e sfiduciati, anche se viviamo la vita senza un vero senso e dunque sempre alla ricerca di una identità, l’appello del Signore a essere dei testimoni in questo mondo può e deve farci tornare a ritrovare un vero motivo per tornare a gioire.
Si tratta, infatti, di riscoprire la gioia di servire gli altri, facendo del bene, parlando dell’amore del Signore Gesù Cristo a chi ci sta intorno, di ritornare alla comunione fraterna nella vita della parrocchia a cui apparteniamo, a solidarizzare con i bisognosi attraverso opere di pietà e di vero aiuto, ad accoglierci gli uni gli altri senza paura, senza pregiudizi.
3. Tanti modi di essere missionari
Essere testimone di Cristo significa, come dice Paolo, essere “ambasciatori per Cristo” (2 Cor. 5,20).
Cioè non solo persone che raccontano, quali sono i testimoni, ma anche che rappresentano e portano un messaggio da parte di un’Autorità, di Dio.
Essere testimone di Cristo significa che la vita non si nutre più di vani ragionamenti o di strane filosofie, ma dimora nella Parola di Dio vivificata dalla potenza dello Spirito Santo, che ci guida nella verità e nell’amore.
Essere testimone significa essere per prima coinvolti in un’opera di conversione tale da diventare noi stessi una “lettera di Cristo” (2 Cor. 3, 3). La nostra vita deve parlare della bontà di Dio.
Essere testimone, significa amare il Signore Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente e amare il nostro prossimo come noi stessi (Mt. 22, 36-39).
Essere testimone, dunque, significa vivere una vita autenticamente cristiana, come discepoli che si pongono alla sequela di Gesù Cristo. Questa è la vocazione che abbiamo ricevuto.
La Scrittura è ricca di personaggi che hanno vissuto esperienze ed eventi in cui Dio li ha incontrati sul loro cammino, uomini e donne come noi, che dinanzi alla rivelazione della sua misericordia si sono messi al suo servizio, anche fino alla morte.
Di martiri della fede in Cristo (martiri significa testimoni) è piena la storia della cristianità.
Anche noi, oggi, con l’aiuto dello Spirito, in continuità con i cristiani che ci hanno preceduto raccontiamo le grandi cose che Dio ha fatto
per tutta l’umanità in Cristo Gesù, proclamando il suo amore e il suo perdono, con grande umiltà, fedeltà e fiducia!
-- don Erminio