Degli occhi e degli orecchi

DESIDERIUM – degli occhi e degli orecchi

Il giorno ha occhi.

La notte ha orecchie.

(Proverbio Persiano)

Che si senta e si veda è il desiderio di avvento.

Che sia sensibile – cioè riscontrabile – è quello che il cuore domanda: Uno avvertibile nell’esperienza. A me accessibile.

Il Battista è occhi e orecchi di Colui che sopraggiunge. Egli è “l’amico dello sposo” (Gv 3,29b), “mandato avanti a lui” (Gv 3,28b). Per richiamare dev’essere, dapprima, egli stesso richiamato dall’evento. Non si può dare ciò che non si ha ricevuto.

A prepararLo e a preparare. Il suo è un metodometànoia – all’incontro; pedagogia di attesa.

Egli ha questo “ministero” (2Cor 4,1a) di precursore – di colui che corre avanti -, “annunciando apertamente” (2Cor 4,2b) la Sua venuta. E’ porta-Voce di Uno. Lui, ascoltatore di Voce, non prende ciò che non gli appartiene. Sua testimonianza è il distacco completo.

Suo annuncio è ricordare che “questa è la strada, percorretela” (Is 30,21b). Caso mai si vada altrove, sbandando. Il Precursore ha visto e ascoltato, “esulta di gioia alla voce dello sposo” (Gv 3,29b). E’ indirizzatore di via, essendo “presente” (Gv 3,29b) all’evento.

Egli Lo presenta “davanti a ogni coscienza umana” (2Cor 4,2b) cioè provoca la libertà di ciascuno rendendolo post-cursore. Il Battista addita La risposta, dandone testimonianza.

E la testimonianza sta nel riconoscerLo come “immagine di Dio” (2Cor 4,4b). Colui che viene è icona divina; rimando all’origine. E’ “rifiuto delle dissimulazioni vergognose” (2Cor 4,2a), scredito gettato sugli “idoli” (Is 30,22b), scimmiottamento dell’immagine divina.

Se non si vede e non si ascolta Lui, le nostre immagini di Lui saranno pure fantasie – ma non desiderio. Lasciarsi provocare nei sensi libera dall’egoismo dell’idolo.

In fondo Colui che viene “attesta ciò che ha visto e udito” (Gv 3,32a). Non compie nient’altro che opera e parola dell’Infinito Suo Essere. Lui, visione e ascolto, si rende visibile e parlante. “I tuoi occhi vedranno… i tuoi orecchi sentiranno” (Is 30, 20d.21a). Meno di questo non è incontro. Non è evento.

Il Battista è aperto al Suo sopraggiungere, sperimentando che “il Signore ridona la vista ai ciechi” (Sal 146,8a) a chi non è in grado di vedere, accecato dal “dio di questo mondo” (2Cor 4,4a) che annebbia i sensi. L’in-sensibilità spegne l’attesa.

Per vederLo e ascoltarLo occorre una libertà piena e continuamente provocata.

Avvento è lasciarsi precedere da un annuncio di libertà piena, in grado di produrre una ”gioia piena” (Gv 3,29c). E’ pienezza di essere. E’ Voce che alimenta i sensi, ampliandoli.

Avvento è questo vederLo e ascoltarLo.

Alessandro