Ancora Giovanni, ancora il precursore. Sembra che la liturgia ambrosiana di avvento sia monotematica nel presentarci questo grande profeta. Ce lo ha fatto vedere in tutti i modi, ci ha descritto bene il messaggio, ci ha anche fatto cogliere quell’attimo di incertezza del Battista. Oggi però si capisce perché Giovanni viene indicato come il più grande fra i profeti. Perché lui è riuscito a cogliere l’essenza del messaggio di Gesù: lo svelare il volto del padre.
Profeti.
Chi sono i profeti? Sono persone che riescono ad indovinare il futuro a conoscere con certezza cosa accadrà domani ? Indovini del soprannaturale?
No per il popolo ebraico il profeta è colui che interpreta la parola di Dio nell’oggi della sua esistenza. È un ascoltatore del Padre è un fedele messaggero che senza paura o vergogna esprime con linguaggio corrente e chiaro il pensiero di Dio. Non è un caso allora che il messaggio di questi uomini fosse sempre teso al rispetto dell’alleanza fra Dio e Israele quando Israele più e più volte si è lasciato andare verso un sincretismo che sapeva di abbandono. Ma Giovanni non è di questi. Giovanni è un uomo il cui messaggio è un grido di conversione verso un modo diverso di intendere il rapporto Dio/uomo.
Giovanni.
Fastidioso e molesto per il suo carattere, le sue abitudini, la sua trasparenza e il suo carisma a questo associa anche l’originalità del messaggio. In fondo Israele ci aveva fatto l’abitudine ai rampogni dei suoi profeti, dal grande Isaia e la sua scuola, al piccolo Abacuc, dal tonante Geremia, al più mite Osea….è così via ma mai si era trovato a fare i conti con il grido di Giovanni. Giovanni si spende per una sola cosa: convertitevi, cambiate la strada, allargate l’orizzonte. Non è più solo una legge da rispettare ma una persona da incontrare. Non basta più essere attenti al fare o non fare qui bisogna giocarsi senza inganni.
Gesù non porta con se il taccuino su cui segnare se ti sei lavato le mani prima di mangiare, o se hai fatto la giusta strada il Sabato. Gesù non le guarda nemmeno queste cose perché va oltre l’effimero va al cuore dell’uomo. E pur conoscendo la legge al Maestro quello che importa è altro. È farci vedere chi è quel Dio che diciamo di servire nella legge che però per noi ha preso il posto di dio. Quella legge che avrebbe dovuto servire per arrivare a Dio ed invece è diventata lei stessa dio distraendo l’uomo dal perché è lasciandolo prigioniero del si deve.
Quella legge voluta semplice da Dio riassunta in 10 punti che poi l’uomo ha trasformato in un labirinto intricato di regole e norme che hanno addirittura fatto perdere l’orizzonte del senso stesso della legge. Giovanni nel suo messaggio ci chiede di tornare all’origine del rapporto, quell’origine che adesso è qui e si chiama Gesù perché solo lui conosce così bene il Padre da potercelo mostrare per quello che è: Padre.
Claudio