Le Missioni Popolari nascono per aiutare i fedeli, attraverso la predicazione e l’ascolto della Parola di Dio, nel percorso della conversione del cuore. In questo risultano centrali l’ascolto della Parola di Dio e la Predicazione.
Lo strumento delle Missioni Popolari si è evoluto attraverso le diverse epoche storiche, proponendo un modello di intervento capace di adeguarsi alle attese e alla mentalità di ogni tempo. Nella storia dei Padri Oblati Missionari è possibile individuare tre grandi periodi a cui corrispondono altrettanti stili di missione:
◆ dopo il Concilio Vaticano II
ARTICOLI SULLE MISSIONI POPOLARI
2017: Albizzate e Sumirago (Varese)
2017: Varano Borghi (Varese)
DAL SETTECENTO AL CONCILIO VATICANO II
Nel Settecento e nell’Ottocento, le Missioni Popolari sono uno degli strumenti più efficaci per la realizzazione dell’azione pastorale degli Arcivescovi in Diocesi. Per oltre due secoli, i Padri Missionari visitano ad intervalli regolari le parrocchie della Diocesi di Milano, portando anche nelle terre più remote le indicazioni pastorali del Vescovo.
La Missione del XVIII e del XIX secolo ha alcune caratteristiche precise, che così si possono riassumere:
DURATA | una, due o più settimane, a seconda del numero di fedeli |
GRATUITÀ | i Padri Oblati non richiedono nessun compenso: le comunità che li ospitano si limitano ad offrire loro vitto e alloggio. |
AREA | le Missioni si rivolgono prevalentemente a tutto il territorio della Arcidiocesi di Milano. Nel Settecento, una attenzione particolare è riservata alle valli del Canton Ticino, anche in ragione della loro prossimità con i Paesi di fede protestante. |
Le Missioni dei Padri Oblati di Rho si mettono in luce per uno stile caratteristico: i Padri evitano le forme di devozione più teatrali, adottano un linguaggio semplice e accessibile a tutti, danno volentieri indicazioni pratiche di vita quotidiana. Il loro obiettivo, talvolta anche in polemica con la prassi adottata da altre congregazioni, resta quello di promuovere una “regolata divozione”.
Alla fine degli anni Sessanta del Novecento il modello tradizionale delle Missioni entra in crisi. Diventa sempre più difficile richiamare i “lontani”. In un numero crescente di parrocchie le Missioni vengono vissute solo da una parte dei fedeli praticanti.
Si impone quindi lo sviluppo di nuove strategie di evangelizzazione:
- introduzione dei GRUPPI DI ASCOLTO della Parola di Dio
(su indicazione del Cardinale Carlo Maria Martini) - Rinnovata ispirazione agli ESERCIZI IGNAZIANI e alla LECTIO DIVINA
- Nasce la SCUOLA DI ANIMAZIONE MISSIONARIA con l’obiettivo di formare persone capaci di animare i gruppi di ascolto.
Secondo il Cardinale Carlo Maria Martini, la Missione popolare deve essere il punto di svolta di una parrocchia. Un momento capace di farla entrare in uno STATO PERMANENTE DI MISSIONE.
La Missione non è più un semplice episodio, ma uno STILE con cui affrontare l’intera vita della parrocchia.
Con l’avvento del nuovo millennio, la componente laica si fa sempre più attiva e responsabile. È quindi necessario andare al di là della semplice evangelizzazione, con l’obiettivo di formare i formatori sul territorio.
Il nuovo stile missionario impone nuovi tempi e nuove modalità:
TEMPI PROLUNGATI | Per aiutare le persone nel cammino verso una conversione personale che porti ad una prospettiva missionaria e a una “Chiesa in uscita”. |
ACCOMPAGNAMENTO SUCCESSIVO | Per accompagnare e rafforzare gli evangelizzatori in modo che diventino a loro volta formatori sul territorio. |
UN APPROCCIO CREATIVO | Ampliare le metodologie di intervento:
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