I racconti del Vangelo più conosciuti, forse meritano di essere compresi meglio – per scoprirvi novità sorprendenti. Partirei da questa domanda: Su quale parola – su quale espressione ritornerebbe la nostra attenzione? Su cosa vorrei indagare di più? C’è un dettaglio che mi ha afferrato? A ciascuno spetta la sua risposta e la sua indagine —
Io posso solo esprimere la mia …
Questo è il secondo racconto del Miracolo dei Pani moltiplicati.
Il primo avviene sulla sponda del lago, dalla parte del popolo ebreo – Il secondo avviene sulla sponda opposta, in terra pagana. Gesù dona PANE a tutti. Gesù raccoglie la FAME di ciascun uomo. Gesù ricerca un incontro con chiunque. La sua MISSIONE è universale: rivela ad ogni popolo il Volto di Dio. In tutti e due i racconti Gesù è mosso dalla COMPASSIONE.
Questa è la parola che vorrei raccogliere. Forse è anche la tua!
Compassione non ha nulla a che fare con i toni dispregiativi che spesso gli abbiamo dato: “mi fai compassione = mi fai pena = mi fai schifo = mi fai disgusto” —- Quante parole inquiniamo!
COMPASSIONE è una emozione del Cuore. E’ uno struggimento dell’anima. E’ una ferita. E’ una spaccatura. E’ una apertura interiore. E’ uno sconquasso delle viscere.
La Com-passione è una passione sofferta, è una amorevolezza che porta a una empatia con l’altro.
Ciò che lui vive e soffre – io lo avverto in me nello stesso tono – direi con lo stesso “malessere”.
Nella Bibbia è l’Emozione di Dio.
Gesù nel Vangelo più volte indica la compassione come l’emozione della Misericordia.
Qui rivela ai discepoli la Sua Compassione per la Fame della enorme folla che lo circonda (composta per altro da zoppi – sordi – storpi e ciechi da Lui incontrati e sanati). Confidando ai suoi amici il suo stato d’animo … non li trova però in sintonia … come nel racconto precedente! Li vorrebbe sulla stessa lunghezza d’onda – ma gli amici sono ancora preoccuparti dal come risolvere razionalmente – organizzativamente la situazione di disagio.
Non soffrono ancora della Fame dell’Altro!
Gesù non riesce a trasmettere questo COM-PATIRE insieme.
I discepoli sono ancora troppo chiusi in se stessi.
Questo non arresta Gesù, che allora offre un altro intervento: la sua compassione di nuovo si AVVICINA alla povertà e al disagio sofferto dell’altro e MOLTIPLICA il poco che gli viene offerto.
Questo è il NUCLEO centrale: la Compassione che è amore donato e ricevuto, moltiplica sempre nell’altro le sue potenzialità, i suoi desideri, i suoi pensieri, le sue resistenze, le sue capacità, le sue intenzioni di bene, le sue azioni di amore.
La tua compassione per l’altro trasmette a lui le energie sufficienti per compiere passi nuovi e diversi. La compassione sa cioè fare miracoli nella vita altrui. Incentiva meccanismi e dinamiche di rinnovamento. Trasforma e Trasfigura.
Non è forse questa l’Azione prodigiosa di una Madre compassionevole verso i suoi figli? Non infonde forse con il suo amore un coraggio, uno sviluppo, un ardore indispensabile? La sua vicinanza amorevole e sofferta propaga vita bella e nuova.
L’Eucarestia a cui partecipiamo, nel GESTO dello SPEZZARE il PANE indica la Compassione di Dio per noi, compiendo nel nostro stesso mangiare, miracoli di trasfusione divina. Non è ogni eucarestia un miracolo di moltiplicazione di vita in noi?
Con l’Eucarestia partecipata si moltiplicano dinamiche di rinnovamento, oltre l’individualismo:
Si spacca in noi il Cuore!