Parole quelle che Gesù pronuncia che fanno bene soprattutto alla Chiesa. Serve ogni tanto un richiamo energico che rimetta in ordine il vagare della mente umana.
Parole e vita.
In questa occasione il Maestro si rivolge all’uomo colto sarebbe un errore pensare che gli interlocutori di Gesù siano dei sempliciotti abituati solo a rispettare la legge. In realtà i farisei ed i dottori della legge sono persone istruite e con una profonda conoscenza della legge e della parola di Dio. Ne hanno fatto una ragione di vita della loro conoscenza e questo ne rappresenta il limite ed il fallimento. Proprio questa loro profonda conoscenza li porta a quello che è un comune errore; pensare che il sapere sia tutto ci mette nella condizione di essere arroganti e di sapere come interpretare le parole di Dio. La tentazione che deriva dalla sapienza è quella di essere noi stessi sapienti e di erigerti ad interpreti. Pensiamo che scavare nelle parole ci trasformi nello stesso che ha pronunciato quelle parole e eleggiamo le parole stesse a dio svuotandole in tal modo del loro messaggio e trasformandole in leggi e dogmi. Perdiamo in questo modo il contenuto e le svuotiamo. A questo ci richiama Gesù con il Suo discorso.
Parole di vita.
Gesù questo sta dicendo ai dottori della legge. Loro conoscono benissimo le scritture ma hanno perso il giusto riferimento. Tutto quello scritto annuncia Lui, il figlio di Dio, Gesù ma è stato nascosto dalla pseudo sapienza dell’interpretazione.
Stessa cosa succede a noi, uomini del 2000 e dintorni che forti della nostra interpretazione usiamo la Parola per giustificarci e non per guidarci. La Chiesa stessa risulta spesso stordita e confusa da questa deriva e trasforma la Parola in giustificazione. Sentiamo troppe parole, troppe giustificazioni e il rumore prodotto fa perdere il senso. Ritorniamo al silenzio contemplativo della Parola di Dio per recuperare il senso della nostra ricerca. Riscopriamo nella parola scritta l’annuncio che è vita, riscopriamo Gesù.
Claudio