5 giugno 2022
PENTECOSTE (C)
Giovanni 14,15-20
Riflessione a cura di don Erminio Villa.
1. “Se mi amate,…”
Un punto di partenza così libero, così umile, così fragile, così fiducioso, così paziente! Non dice: dovete amarmi. Non minaccia né costringe. Si può aderire o rifiutare, in totale libertà.
“Osserverete i miei comandamenti”. Non per dovere, ma come espansione verso l’esterno di ciò che già preme dentro, come la linfa della vite a primavera. Qui per la prima volta, Gesù chiede esplicitamente di essere amato.
Il suo comando finora diceva: Amerai Dio, amerai il prossimo tuo, vi amerete gli uni gli altri come io vi ho amato, ora aggiunge se stesso agli obiettivi dell’amore. Non detta regole, si fa mendicante d’amore, rispettoso e generativo. Non rivendica amore, lo spera.
Ma amarlo è pericoloso. Infatti il brano riporta sette versetti, in cui per sette volte Gesù ribadisce un concetto, anzi un sogno: unirsi a me, abitare in noi. Lo fa con parole che dicono unione, compagnia, incontro, intimità: sarò con voi, in voi.
2. Lo Spirito di verità
In questo passo lo Spirito Santo è chiamato da Gesù Spirito di verità. Egli resterà sempre con noi, anzi abiterà in noi e ci renderà capaci di dare testimonianza a Gesù.
Perché Gesù lo definisce Spirito di verità e non Spirito d’amore? Sarà perché i discepoli non sono capaci di portare tutto il peso della verità fattaci conoscere da Gesù? È per questo che lo Spirito sarà il nostro Maestro e ci guiderà alla verità tutta intera…
Ma qual è la verità di Gesù che lo Spirito ci dovrà insegnare giorno per giorno? La verità di Gesù non è forse l’amore? Quell’amore che Padre e Figlio si scambiano con una intensità per noi inimmaginabile, e che la riflessione teologica ci dice che non si tratta di una emozione, ma addirittura di una persona, quello dello Spirito Santo. È lo Spirito d’amore la verità di Dio e di Gesù.
3. La capacità di discernimento
Il secondo aspetto per cui lo Spirito Santo è Spirito di Verità è quello per cui la Chiesa e ciascuno di noi diventa capace di distinguere il bene dal male. Perciò quando lo Spirito ci guiderà alla verità tutta intera, vuol dire che ci guiderà a comprendere i sentimenti di Cristo, la profondità del suo amore per noi e la bellezza creatrice che questo amore riversato nei nostri cuori è capace di compiere.
Nello stesso tempo comprenderemo le continue tentazioni del mondo, con le sue ricorrenti idolatrie. Per l’azione dello Spirito la nostra esistenza cristiana diventa un dialogo continuo con Cristo risorto, e in questo dialogo appare con chiarezza il bene di Dio.
4. Lo spirito che fa la differenza
Per una breve applicazione di questo discorso, possiamo chiederci che cosa distingue esteriormente una famiglia dove le persone si vogliono bene da una famiglia dove le persone non si vogliono bene? Entrambe fanno la spesa al supermercato, portano i figli a scuola, vanno dal medico, in vacanza, ecc.
La differenza sta nello spirito che anima le loro relazioni. Se hanno uno spirito di ricerca del bene, ogni problema si affronterà, magari faticosamente. Se questo spirito manca ogni cosa sarà pretesto per un conflitto amaro. Quindi è lo spirito che fa la differenza.
Allora possiamo capire il grande dono promesso da Gesù. Ci dà quello Spirito che ci rende abili nel percepire la differenza tra bene e male, tra l’amore e l’egoismo e ci dà anche la forza di operare la scelta giusta. E da questa a cascata vengono gli altri doni: pace, gioia, fraternità, amabilità, servizio, ecc. In definitiva senza spirito la vita è triste. Senza lo Spirito Santo si muore.
-- don Erminio