Il Vangelo della Passione di Matteo proclamato oggi, nel rito ambrosiano, conclude con Pietro che “pianse amaramente”.
Perché piange? Cosa sta provando? Cosa sta vivendo?
Pietro “incominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!»”. Pietro ha ragione non conosce quell’uomo, non conosce un Dio che si lascia arrestare, processare, picchiare ed umiliare, … Lui conosce un Dio che vince contro i nemici, che uccide i nemici, che umilia i nemici d’Israele. In Gesù arrestato Pietro non riesce a riconoscere il Figlio di Dio, perché non corrisponde alla sua immagine di Dio …anzi rifiuta di cambiare la sua idea rinnegando la realtà.
Nel Vangelo di Luca dopo il rinnegamento Gesù volge lo sguardo verso Pietro e guarda dentro la sua interiorità, penetrando nelle sue contraddizioni e rinnegamenti facendolo sentire amato. Pietro è toccato direttamente dalla Misericordia, la sua vera Onnipotenza di Dio; nel rinnegamento Pietro fa l’esperienza più grande dell’Amore di Gesù. Senza lo scoprirsi peccatore amato il discepolo non riuscirebbe a diventare apostolo, testimone e messaggero della Misericordia del Padre. Questo passaggio (Pasqua) è fondamentale e necessario per Pietro e per ogni discepolo, nessuno può evitarlo.
Così si mise e a “piangere amaramente”, un battesimo delle lacrime, una rinascita dall’alto. Una consolazione dello Spirito Santo che arriva fino alle lacrime manifestando la gioia dell’amore ricevuto e allo stesso tempo il dolore di aver deluso un amico.
Per Pietro il suo rinnegamento è stata l’occasione per la sua rinascita, la sua risurrezione, una nuova consapevolezza, una nuova vita, e per te ….